Chi è Amélie Nothomb
|
Amélie Nothomb scrittrice belga di lingua francese. Figlia di diplomatici, è nata a Kobe, in Giappone, il 13 agosto 1967. Ha trascorso i primi cinque anni della sua vita in Giappone, successivamente ha vissuto in Cina, negli Stati Uniti, in Birmania, nel Laos e in Bangladesh, terre verso le quali spesso si dirigono i suoi personaggi. In Belgio intraprende gli studi di filologia romanza all’Université Libre de Bruxelles. Anche se oggi vive tra Parigi e Bruxelles, il Giappone rimane comunque il suo paese di riferimento. Amélie Nothomb scrive da quando aveva diciassette anni ed è molto prolifica. Lei stessa si definisce una grafomane , una malata di scrittura . Si alza alle quattro e scrive fino alle otto: questo il suo rituale quotidiano. A soli trentaquattro anni è la regina del mondo editoriale francese, un fenomeno letterario che raccoglie numerosi consensi anche all’estero. Infatti i suoi libri sono tradotti in più di 25 lingue e continuano a scalare la lista dei più venduti. Il debutto risale al 1992 quando la casa editrice Albin Michel pubblica Hygiène de l'assassin, che diventa il caso letterario dell'anno: 350.000 copie vendute, due riduzioni teatrali, un film. Il libro riceve il Prix René-Fallet e il Prix Alain-Fournier. Da quel momento Amélie Nothomb pubblica un romanzo all’anno, fedele alla stessa casa editrice, Albin Michel, come in Italia è fedele alla Voland. Ma è con Stupeur et tremblements (1999) che la scrittrice conquista definitivamente il suo pubblico. In Francia ne sono state vendute più di 400.000 copie ed è stato premiato con il Grand Prix du roman de l’Académie française. Dal suo primo romanzo Amélie Nothomb ha imposto uno stile: sguardo incisivo, spesso impietoso e crudele, umorismo fulmineo. Il conflitto, l’amore, i poli estremi dell’estetica (la bellezza abbacinante e la bruttezza irrimediabile), la morte, la duplice valenza simbolica del cibo sono il perno di storie originali che lasciano il lettore senza respiro, in balia di una scrittura irriverente e ironica allo stesso tempo. Ogni romanzo è una breve opera teatrale, un’arena in cui si affrontano due, tre, quattro personaggi. Dispute, sarcasmi, ironie, scambi, complotti, minacce, colpi di scena. La cosa più strabiliante dell’universo nothombiano - che riconcilia la critica, il grande pubblico e gli accademici - è la genialità delle ambientazioni, la capacità di Amélie di accaparrarsi il lettore, di indagare l’insondato e trasformare un dato di fatto nel suo contrario. |
|
Hanno detto di lei
|
[...] Non è intorno all’azione che si dipanano le sue storie, ma intorno ai dialoghi: sono il momento non della comprensione bensì del conflitto o della disputa sui valori, che a volte sfocia in grottesche morti cruente. Mai ci si fronteggia da pari a pari, a un golia della Stupidità o dell’assurdo si contrappone quasi sempre un piccolo Davide finto candido che gli tira colpi dal basso. Sotto il divertimento la scrittrice belga è impegnata come altri pochi contemporanei, i suoi libri, più che romanzi, sono apologhi illuministi sulla linea di Diderot, di Voltaire, di Swift, e benissimo vanno, contro l’opinione di certi critici, anche i riferimenti culturali che la dotta autrice usa spargere con grazia e senz’orgoglio nelle sue pagine. [...] |
Anna Maria Carpi, L’Indice, settembre 2001
|
|
Stupore e tremori di Amélie Nothomb [...] L'analisi del Giappone condotta da Amélie Nothomb è spietata, niente ne esce indenne. I rapporti tra uomini e donne, la famiglia, la condizione femminile, il lavoro, la casa, persino il tempo libero da dedicare agli svaghi o alla cura del corpo: tutto è regolato da un rigido formalismo, che si oppone severamente ad ogni minima manifestazione di individualità. [...] l'autrice, anche raccontando le peggiori sevizie che le vengono inflitte dall'azienda e dai suoi impiegati, continua ad amare questo paese, questo mondo che non è il suo anche se vorrebbe che lo fosse. Amélie Nothomb ama la parte oscura del Giappone, che è una componente della sua altera bellezza, e fa di tutto per inserirsi nel modello giapponese così inadatto a lei, occidentale spontanea ed imperfetta, che ama sfidare i limiti e lanciarsi verso l'infinito gettandosi nel paesaggio che si vede da una finestra. |
Angela Fodale, Prometheus, agosto 2001
|
|
[...] Nessuno avrebbe mai pensato che quella ragazzina belga dal look un po’ dark e dai comportamenti stravaganti sarebbe diventata la più letta delle scrittrici di lingua francese oggi viventi. Amélie Nothomb ha sorpreso tutti. Le sue favole claustrofobiche e inquietanti, non prive d’ironia, hanno saputo conquistare un pubblico larghissimo. Così a soli 33 anni, la scrittrice belga è oggi un peso massimo della letteratura francese [...] |
Fabio Gambaro, L’Espresso, aprile, 2001
|
|
Una storia avventurosa alle spalle, un’incredibile vita. Un gusto innato per il grottesco e il paradosso, e un umorismo gentile che, a tratti, stupisce. In questo mix si nasconde il segreto di Amélie Nothomb [...] |
Fiammetta Cucurnia, Venerdì di Repubblica, febbraio 2001
|
|
Esiste in Francia un fenomeno letterario chiamato Amélie Nothomb. Nel giro di qualche anno la giovane scrittrice belga dalla fantasia scatenata e corrosiva si è imposta come uno dei protagonisti indiscussi dell’attuale panorama letterario francese. [...] Metaphisique des tubes , in un mese ha raggiunto le 200.000 copie e collezionato gli elogi di tutta la critica. La scrittrice può dunque contare sul successo popolare e sull’appoggio dei notabili della tradizione letteraria: una situazione che in Francia non si verifica tanto spesso. [...] |
Fabio Gambaro, La Repubblica, febbraio 2001
|
|
È eccentrica Amélie Nothomb, ossia un rarissimo esemplare di una razza in estinzione. Tutto nella sua vita ha le stigmate dell’eccezionalità e dell’eccesso. |
Sandra Petrignani, Panorama, giugno 1999
|
|
[...] È una fortuna imbattersi in un’opera della Nothomb, autrice profonda e divertente, colta e ironica, arguta e originale, capace di una consapevolezza che si fa paradosso, ora irriverente ora poetico. [...] |
Liberal, giugno 1999
|
|
Possiamo azzardare l’ipotesi che Amélie Nothomb, perfettamente ambientata nel mondo delle lettere, venga in realtà da un altro paese. Dal paese dei balocchi in forma di parole, dove scrivere è una gioia che non conosce né fatica né dolore. [...] |
Il Manifesto, dicembre 1998
|
|
|
|
|
Link
|
www.mademoisellenothomb.com |