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Voland | |
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«Quella mattina ricevetti una lettera diversa dal
solito: Cara Amélie Nothomb, sono un soldato di seconda classe dell’esercito americano,
mi chiamo Melvin Mapple, ma lei mi può chiamare Mel. Sono di stanza a Baghdad
dall’inizio di questa guerra di merda, cioè più di sei anni. Le scrivo perché soffro
come un cane. Ho bisogno di un po’ di comprensione e lei, io lo so, lei mi
capirà. Mi scriva. Spero di avere presto una sua risposta. Melvin
Mapple Baghdad, 18/12/2008»
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post inserito 01/02/2011 10.34.28 Voland
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Voland | |
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È il diciannovesimo libro di Amélie Nothomb in diciannove anni, e la scrittrice riesce ancora a sorprenderci. “Le Figaro”
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post inserito 02/02/2011 9.02.49 Voland
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Voland | |
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Incisivo, convincente, inatteso. Una forma di vita ricorda lo spirito di Stupore e tremori… Nothomb ai massimi livelli… “Elle”
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post inserito 07/02/2011 9.06.57 Voland
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Sandoz | |
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Giorno 19, dunque...e già il 20 l'avrò finito, è sicuro. Non vedo l'ora!
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post inserito 15/02/2011 11.12.09 Sandoz
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